Un bambino affetto da emofilia: le nostre prime vacanze all’estero

Una volta che a casa si è tutto sistemato e dopo aver acquisito una certa sicurezza per quanto riguarda le terapie di mio figlio, abbiamo deciso di riprendere un aereo dopo anni per andare di nuovo al mare insieme ai bambini. Per me volare significava essere lontani dall’ambiente abituale, dall’ospedale pediatrico e dai nostri medici curanti che ci davano tanta sicurezza. Finalmente però eravamo riusciti a gestire bene le cose anche a casa e avevamo voglia di tornare a evadere un po’ dalla solita routine e dalla vita di tutti i giorni. Visitare un altro Paese, affrontare una lingua straniera, porci una nuova sfida... Ma soprattutto riacquistare una grossa fetta di libertà. Insomma, cambiare un po’ aria avrebbe fatto bene a tutti.

Una preparazione accurata

Chiaramente sapevamo che la preparazione sarebbe stata un po’ diversa. Anche la destinazione dipendeva da diversi fattori. L’emofilia di Mario ci impone di dover tenere presenti e fare attenzione ad alcune cose.

Mi sono informata tramite Internet su vari Paesi e grazie a network sull’emofilia è possibile trovare facilmente alcuni centri specializzati in ognuno di essi. A seconda del Paese ce ne sono più o meno… Io ho deciso che non avrei voluto trascorrere le vacanze a più di un’ora di macchina da un possibile centro. Mi dava un po’ di sicurezza. Oltre a ciò, non volevo fare troppe ore di volo o dover cambiare aerei con il rischio che i medicinali potessero scaldarsi durante la durata del viaggio. Così, abbiamo deciso di volare da Zurigo a Maiorca. Il volo non dura troppo e il mare è ideale per poter far fare il bagno ai bambini. Abbiamo prenotato un hotel tranquillo, ottimo per famiglie, a nord-est dell’isola, distante dal caos del turismo. Di frenesia ne abbiamo già abbastanza tutti i giorni quando siamo a casa ????.

In aeroporto con una borsa piena di medicinali e siringhe

Nell’ospedale di Mario ci è stato spiegato tutto e ci sono stati dati tutti i moduli necessari. Abbiamo discusso insieme anche delle dosi di medicinali da portare. Oltre alle dosi settimanali avevamo portato via anche qualche dose di riserva in caso di emergenza. I preparati non sono uguali in tutti i Paesi, perciò aveva sempre più senso portare via i nostri. Dovevamo avere anche abbastanza materiale per poter fare le iniezioni.

Abbiamo contattato via mail i medici di competenza del centro estero per informali della nostra presenza in caso si verificasse un’emergenza, facendo loro sapere quale fosse il nostro periodo di soggiorno. Ci è stato rilasciato un documento sanitario per le emergenze per Mario in inglese e in spagnolo.

Oltre al documento ci sono stati fatti dei certificati che attestavano il trasporto di farmaci vitali e materiale per iniezioni necessario per la terapia. Senza questi documenti il trasporto in aeroporto sarebbe stato problematico. I medicinali andavano trasportati in una borsa termica con una piastra refrigerante insieme anche a siringhe per la pulizia della vena. Non è facile portare liquidi nel bagaglio a mano. Il nostro disinfettante è stato anche controllato alla dogana per accertare che non si trattasse di esplosivo… È stato molto strano, ma la sicurezza prima di tutto. Però è andato tutto bene e ci hanno fatto richiudere le valigie senza problemi.

Ai controlli hanno verificato la borsa termica con i farmaci e il resto del materiale dopo aver letto i documenti e hanno sottoposto tutto agli scanner a raggi X. Per fortuna è andato tutto bene. Tutto l’occorrente per Mario l’abbiamo tenuto nel bagaglio a mano. Il rischio che andasse perso era troppo grande ed è difficile reperire tutto di nuovo una volta all’estero.

La prima vacanza dopo tanto tempo

Sono contenta che fosse andato tutto bene in aeroporto e che potessimo finalmente iniziare a goderci le nostre vacanze. Che bello dopo tanto tempo trovarsi di nuovo sotto le palme a guardare il mare, fare il bagno, sentire l’acqua salata sulle labbra… Era un sogno!

Per tanto tempo ho avuto bisogno di sapere di poter contare sulla sicurezza della Svizzera e sulla presenza di medici nelle vicinanze. Era bello finalmente sentirsi così liberi. Per i primi giorni Mario aveva ancora una stecca nel piede dovuta a un’emorragia precedente alla caviglia, ma poteva comunque camminare e ben presto toglierla. La cosa divertente è stata che anche mio marito qualche giorno prima aveva un po’ esagerato nel giocare a calcio coi bambini e ha dovuto tenere anche lui una stecca nel piede durante le ferie. Che scena essere in vacanza con i miei due “zoppetti”. Niente però è riuscito a impedirci di vivere al massimo queste due settimane insieme in piena gioia! Le iniezioni sono andate bene ed eravamo davvero grati di riuscire a goderci senza problemi le ferie nonostante la situazione nuova e il fatto di dover portare con noi un bagaglio per i medicinali di Mario. Ci è voluto ovviamente un po’ di coraggio, ma grazie a una buona preparazione e con l’aiuto dei medici è andato tutto bene.

Per finire, vi lascio con una breve citazione di Kurt Tucholsky:

“Viaggiare significa avere nostalgia della vita”

KURT TUCHOLSKY

Vale la pena avere coraggio!

Chiaramente sono stata molto attenta a Mario, per impedire che il piede sanguinasse di nuovo, assicurandomi che potesse arrampicarsi in sicurezza, che non corresse in piscina, che non inciampasse sulle piastre… Niente comunque che non si faccia in generale quando si va in vacanza con un bambino.

In ogni caso abbiamo deciso di ripetere questa esperienza in aereo e di concederci piccole e grandi avventure, perché ci fanno stare davvero bene e ci lasciano bei ricordi a cui poter ripensare con gioia anche una volta finite.

Spero che anche voi abbiate avuto delle ferie piacevoli e rilassanti. Questa estate 2020 invece siamo rimasti a casa e ci siamo rinfrescati in piscina, al lago o nella piccola piscina gonfiabile che abbiamo in giardino. Non vediamo già l’ora che arrivino le prossime ferie per poter tornare di nuovo due settimane al Sud.

Cari saluti e a presto,

Sabine