Creare una famiglia quando si ha la SM: risposte in tema di “gravidanza”

Conciliare famiglia e lavoro al giorno d’oggi non è per niente facile, anche quando non si ha nessuna malattia cronica. Ma com’è quando una giovane donna desidera avere figli e allo stesso tempo si ritrova a dover fare i conti con una diagnosi di SM? La neurologa Tasalan-Skupin affronta molto seriamente il desiderio di diventare madre delle sue pazienti e le accompagna in questo percorso fornendogli consigli professionali.

1. Cosa consiglia a delle giovani donne che desiderano rimanere incinte?

Ovviamente anche le donne con SM possono avere bambini. Per queste è previsto un sostegno dal punto di vista neurologico o medico poiché esistono delle linee guida precise su come comportarsi durante la gravidanza. Per le pazienti che desiderano avere figli è possibile scegliere appositamente la profilassi contro le ricadute, ovvero ricevere un tipo di farmaco che anche durante le prime settimane di una potenziale gravidanza e durante il resto dei mesi non provochi danni al bambino.

In generale, si consiglia sempre di parlare apertamente di questo tema con il proprio medico, in modo da individuare insieme la terapia adatta, anche in caso di gravidanza. Potrebbe ritenersi necessario modificare la terapia nel corso della gravidanza; in ogni caso, ogni modifica deve essere discussa con il proprio medico.

2. Cosa devono sapere assolutamente le pazienti in tema di gravidanza con la SM?

Ciò che le pazienti devono sapere è che i cambiamenti ormonali solitamente fanno sì che il tasso di ricaduta diminuisca significativamente. Parlare di una riduzione totale delle ricadute, sarebbe una prospettiva troppo ottimista; tuttavia, se si osservano le statistiche, i dati indicano che il tasso di recidiva diminuisce del 60–70% solamente in seguito al processo di gravidanza. In gergo si dice che quando si ha un bambino in grembo si è più al sicuro dalla SM. Ovviamente, non al 100%. Anche qualora si dovesse rientrare nel restante 20–30% e dovessero manifestarsi ricadute durante la gravidanza, esistono delle linee guida su come comportarsi, che mirano a individuare a partire da quale momento è possibile assumere determinati dosaggi per il trattamento acuto a base di cortisone delle ricadute.

3. È possibile che le terapie per la SM influiscano sulla fertilità femminile o maschile? Le donne che desiderano una gravidanza devono interrompere la propria terapia?

Non risulta che le terapie influiscano sulla fertilità femminile o maschile. Tuttavia, poiché alcune terapie sono teratogene, ovvero producono anomalie sull’embrione, devono essere interrotte 2–4 mesi prima di avviare una gravidanza. In ogni caso è utile affrontare tutti i quesiti con il proprio medico curante, in modo da ridurre al minimo le preoccupazioni durante questo percorso.

4. Alcune pazienti non hanno la certezza di poter vedere crescere i propri figli a causa della loro malattia. Cosa consiglia a queste donne?

Consigliare in questi casi è molto difficile. È una decisione che spetta chiaramente a ogni singola donna a seconda del proprio contesto, della malattia, delle disabilità e dal legame sociale col proprio partner. Come suggerimento e sostegno, possiamo fornire solo fatti e cifre di cui disponiamo nel corso del trattamento, ma anche in questo caso è necessaria una consulenza individuale. Se una paziente con un decorso molto complicato della malattia e difficile da gestire con trattamenti farmacologici sta valutando la possibilità di diventare madre, è sicuramente necessario affrontare il fatto che molto probabilmente potranno verificarsi ricadute pur assumendo i farmaci disponibili in commercio. In casi di questo tipo, si consiglia sempre di esporre il proprio punto di vista sul tema, anche se la decisione finale spetterà sempre alla singola paziente.

5. Quali sono i temi che affronta invece con pazienti di SM uomini in relazione al creare una famiglia? Quali sono le domande che Le vengono poste più spesso?

Gli uomini chiedono spesso se c’è la probabilità che possano trasmettere la malattia ai figli. In questo caso rispondo che la probabilità sussiste anche da parte delle donne, ma che la percentuale è comunque molto bassa, circa del 3–4%. I pazienti uomini, in genere, non pongono molte domande in tema di gravidanza, forse per via del senso di imbarazzo; i quesiti riguardano piuttosto la possibilità che disturbi sessuali causati dalla malattia possano causare o meno impotenza.